Mona Lisa Tina, Obscuratio, 2008
Performance e installazione
Fuoriziona Arte Contemporanea, Macerata
ph Gianluca Tappatà
Al centro di uno spazio completamente buio, è illuminata da un fascio di luce bianca e fredda una figura femminile, immobile, in atteggiamento meditativo. Il braccio destro appoggiato alla gamba destra, l’altra mano semiaperta portata alle tempie, lo sguardo introspettivo.
La performer è seduta su una struttura dorata che ricorda le poltrone mediche adoperate dai chirurghi. È nuda: ha i capelli rasi, testa, corpo e volto tinti di nero, unghie delle mani e dei piedi lunghe e scure: sorta di identità postumana, che allude all’allegoria della Melencolia tradizionale, che respira la realtà contemporanea ma che si colloca oltre, in una dimensione di tempo e spazio indefinibili. A terra, davanti a sé, bisturi medici evocano gli strumenti della trasformazione. La stanza, alterata delle sue coordinate spaziali, avvolge il fruitore in uno stato di attesa e sospensione.
Obscuratio, termine latino che significa “eclisse”, titolo della performance, ha come pretesto la citazione dell’Opus alchemicum, ma esprime l’esigenza di una evoluzione interiore che passa attraverso un momento di ossessiva introspezione, apparentemente statica, detta appunto melanconia. L’azione si sofferma su questa prima fase del processo ma include elementi estetici e simbolici che citano le altre tre, nell’attesa di una possibile metamorfosi. Obscuratio sottolinea la necessaria condizione di travaglio psichico e mentale dell’artista prima del raggiungimento di un nuovo stadio interiore di consapevolezza, che permetterà la concreta realizzazione dell’opera d’arte.
L’artista, colta dal fruitore in stato di nerezza, serba in sé la metamorfosi di un sole in eclisse che tornerà a splendere di nuova luce.
“Obscuratio” è la prima fase del progetto “Skin Borders” presentata in “Fuorizona artecontemporanea” di Macerata nel 2008 all’interno della mostra personale “Anamnesi”.