Mona Lisa Tina, Carillon, 2022
performance e video installazione
The Tilted Body, Festival Internazionale di Performance Art,
Palazzo Merlo, Palermo ph Angela Maria Benivegna
Mona Lisa Tina, Carillon, 2022
performance e video installazione
The Tilted Body, Festival Internazionale di Performance Art,
Palazzo Merlo, Palermo ph Angela Maria Benivegna
Carillon è un intervento performativo che accoglie riflessioni poetiche riconducibili al tema dell’accudimento e dell’ascolto profondo.
Il suono amplificato di un vecchio carillon farà da sfondo all’azione; un’azione semplice e al tempo stesso piena di rimandi simbolici: pettinerò infatti dolcemente i capelli ai presenti.
Come risaputo il gesto del pettinare i capelli di un’altra persona indica e stabilisce un legame affettivo con quest’ultima che richiama la relazione con il materno. Una dimensione protettiva, dolce, non di tipo erotico. Del resto, la figura della mamma che acconcia i capelli della propria figlia o del proprio figlio è iconica: rappresenta l’amore, la cura e l’affetto per eccellenza.
Mi auguro che i partecipanti coinvolti nell’azione, si sentano emotivamente connessi a nostalgie e ricordi personali nel momento presente della dimensione di accudimento e di tenerezza che lo spazio e il tempo della performance offrirà loro.
Prima e dopo l’atto del pettinare i capelli, interagirò con il pubblico in modo silenzioso attraverso il linguaggio dei segni (Lis). Alle mie spalle una proiezione di sola scrittura ne decodificherà il significato.
I contenuti della proiezione, estrapolati dal testo “Il coraggio e la paura” del teologo e filosofo contemporaneo Vito Mancuso, riguardano riflessioni legate ai temi profondi dell’esistenza.
La scelta di non utilizzare il linguaggio verbale desidera rimarcare l’incapacità che abbiamo a volte di restare indifferenti e sordi ai bisogni dell’Altro su più direzioni: magari perché più fragile, indifeso e/o con background biografico difficile che ci spaventa (ne sono una tragica esperienza i più recenti fatti di cronaca) e che percepiamo come “diverso”; ma il Corpo, che accoglie drammi e desideri esprimendoli attraverso codici propri al di là del linguaggio delle parole, non può non rivelarli.
Carillon accoglie codici comunicativi ed espressivi differenti tra loro per invitare i partecipanti, ciascuno come può, a riflettere sul significato di “umano” e sulle istanze che lo definiscono tale; istanze che per me hanno a che fare con la dimensione del cuore, del sentimento e della capacità di generare la vita nonostante le tante contraddizioni legate anche al vivere contemporaneo.
Sono convinta infatti, che oggi più che mai alle prese con la progressiva potenza tecnologica, con l’intelligenza artificiale, con l’emergenza climatica che mette a rischio il nostro rapporto con il mondo naturale e da ultimo con la pandemia, sia necessario interrogarci molto seriamente su questi temi per comprendere in modo consapevole e profondo su cosa ci rende tali, cioè su cosa fa di noi l’essere umano che siamo.
Performance
29 Agosto 2022