Conferenza: Dialoghi di Brera – Progettare il corpo
Dialoghi di Brera – Mona Lisa Tina. Progettare il corpo
Mona Lisa Tina conversa con Enrico Maria Davoli su progettualità e performance
Venerdì 15 dicembre 2017, ore 14.00
Aula Magna di Brera 2, viale Marche 71
Per chi frequenta l’Accademia di Belle Arti, e in particolare la Scuola di Progettazione Artistica per l’Impresa, la parola “progettare” è strettamente connessa, e il più delle volte si identifica, con un iter dettagliato ed analitico, da mettere a punto in ogni sua parte, in vista di un risultato finale (un “prodotto”, sia esso di natura concreta o virtuale) esattamente pronosticabile e ripetibile in ogni sua parte.
Molto più sfumato e instabile – anche se l’instabilità non va mai scambiata per arbitrarietà – risulta invece l’atto progettuale di chi opera come artista visivo, vuoi coi tradizionali strumenti pittorici e plastici, vuoi attraverso procedure installative, fotografiche, cinematografiche o di altra specie, volte a simulare, imitare, ricreare la realtà, attraverso un sistema codificato di segni.
Apparentemente, il massimo di aleatorietà dell’opera e del suo progetto si raggiunge nell’ambito dei linguaggi performativi: quelli cioè in cui l’opera si identifica con l’autore stesso e con la sua immagine, non oggettivandosi in alcunché di esterno, di definitivamente separato dal corpo dell’artista.
La realtà dei fatti ci dice che le cose stanno in modo molto diverso. Infatti, per poter ambire ad un risultato comunicativamente efficace, stabile, ben definito, il/la performer difficilmente potrebbe permettersi di lasciare al caso anche solo un dettaglio, un elemento marginale della propria esibizione. Dalla ricognizione del sito in cui la performance dovrà svolgersi, all’elenco dei materiali e degli strumenti da utilizzare, agli accordi relativi all’illuminazione, alla sonorizzazione e alla documentazione foto/videografica, ai tempi e alle misure interne che scandiscono l’azione, tutto deve essere fatto rientrare in un palinsesto chiaro e, al tempo stesso, sufficientemente flessibile.
Solo così, l’artista può affrontare e risolvere di volta in volta, inquadrandole nella giusta prospettiva, le incognite legate ad un’operatività impalpabile, che si risolve in gesti spesso muti, privi di quella rassicurante cornice teatrale in cui vi è un pubblico che “guarda” ed uno o più attori che “recitano”.
Artista operante da anni sul panorama italiano ed internazionale, Mona Lisa Tina interloquirà con Enrico Maria Davoli su quali siano le implicazioni della parola “progettare”, per chi, come lei, opera in un ambito molto distante da quello in cui normalmente si svolgono le operazioni che ricadono nell’ambito delle professioni storicamente deputate alla progettualità e alla sua qualificazione estetica: l’architetto, il designer, il grafico.
La pluralità di interessi ed ottiche interpretative di cui Mona Lisa Tina è portatrice, ha un risvolto che va oltre l’artisticità in senso stretto. Oltreché performer, Mona Lisa Tina è infatti arteterapeuta con un notevole curriculum alle spalle. Ed è proprio nella dimensione del progetto – umano, culturale ed insieme pedagogico, con una forte componente autobiografica ed autoanalitica – che si configurerà la sua testimonianza, in occasione di questo passaggio all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel corso del suo intervento, l’artista si avvarrà di materiali multimediali documentanti situazioni e contesti significativi del suo operare, per dimostrare come il dialogo con l’altro possa farsi esso stesso “progetto”, work in progress, ipotesi da consegnare al ventaglio dei rapporti umani.